mercoledì 8 marzo 2017

Perchè non festeggio la Festa della Donna.

Non festeggio la festa della Donna perchè sono nata scettica.
Se mi dovete mettere una ricorrenza annuale per ricordarmi che ho le tette e un cervello (combinazione pericolosissima di questi tempi se anche solo possiedi una sola delle due cose) mi sembra una grandiosa perculata, altro che celebrare il femmineo.
Il contentino di un giorno all'anno come i Santi nel calendario, una specie di data in cui dar sfogo ai peggiori luoghi comuni e poi tornare nella rassicurante normalità fatta di nulla, pericolosamente simile alla realtà de La Notte del Giudizio.

Non festeggio la festa della donna perchè mi mette tristezza il lato commerciale: diritti e mimose che il 9 Marzo saranno nell'angolino dell'Iper agonizzanti col bollino del 50% di sconto.
Esattamente come succede alle rose rosse il 15 febbraio,agli addobbi di Natale il 27 dicembre e lo spumante al 2 gennaio.

Non festeggio la festa della donna perchè per anni il mio 8 Marzo sul lavoro è stato un delirio di messe in piega,vestitini leopardati, racconti dettagliati di strip maschili alla bocciofila e tristissime cene fra sole donne, le stesse che nel rimanente resto dell'anno ti giudicavano perchè non eri sposata e non avevi figli.

Non festeggio la Festa della Donna perchè alla miliardesima replica di "Ma oggi è la festa della donna perchè dobbiamo farle la festa?" mi sale il Dexter interiore e la voglia di annegare in una vasca di Lexotan.

Non festeggio la Festa della Donna perchè tutto il resto dell'anno cerco di educare un figlio maschio al fatto che entrambi abbiamo diritti e doveri e che nelle singole diversità siamo comunque tutti uguali e meritevoli di rispetto.

Non festeggio la Festa della Donna perchè non ho mai amato gli slogan, l'arroganza di certe prese di posizione che di femminista hanno solo un'etichetta e che sono esattamente un maschilismo più sussurrato. Così come nessun uomo ha diritto di trattare una donna come un essere inferiore nessuna donna ha diritto di dire ad una altra come essere DAVVERO una donna.

Non festeggio la Festa della Donna perchè sono occupata ad abbracciare L., figlia di una mia amica che da quando era piccola diceva "farò il poliziotto" e ora lo fa davvero, in barba a chi voleva per lei un destino già scritto di pannolini e cene da mettere in tavola alle 8 precise.
Per A., mia carissima amica dell'università che dopo aver girato mezzo mondo ha messo su famiglia ed è passata dal management alle pappe con estrema soddisfazione, sbattendosene di chi le diceva che era una traditrice e una voltagabbana perchè alla fine ha scelto solo cosa la rendeva davvero felice,che fosse o meno convenzionale come scelta.

E non festeggio la festa della Donna perchè in fondo la mimosa puzza.
E sono allergica al polline.
E lo strip maschile mi fa cagarissimo.Da sempre.







giovedì 21 aprile 2016

Il colore viola (Una storia di bulli e altre omertà)

A novembre il nano è partito col suo papà per un breve viaggio in Sardegna. E' tornato felice e con tanti regali,ma uno in particolare ha attirato la mia attenzione: un giubbotto viola. Quel viola che aveva eliminato dal suo abbigliamento, che aveva timore di indossare al punto da non volere nemmeno una righina nelle calze. E lì ho sentito che stava finalmente andando oltre quello che gli era successo. 

Ho riflettuto a lungo se condividere quello che andrò a raccontare: un momento così personale della mia vita che ha finito con il coinvolgere tutta la famiglia. 
Perchè hai sempre paura di esporti.
Perchè sono cose troppo intime.
Perchè scriverle equivale a ricordare, a ripercorrere quel mare di liquami nel quale hai cercato di tenere a galla tuo figlio. 
Ma ho imparato che il tenersi tutto dentro non fa mai bene: è  un autocannibalismo che ti farà a banchettare con patè di fegato (il tuo,ovviamente) e certe cose non puoi rinchiuderle, pure se per pudore sapendo che tanti vivono le stesse situazioni.
E perchè è giusto parlarne,credo.
L'antefatto è che con la scuola italiana in quanto istituzione ho un rapporto complesso. Molto. E tutto avrei voluto, tranne che fosse un figlio a pagarne il prezzo.

Benchè sia cresciuta in un ambiente dove essere figlia,nipote e cugina di insegnanti mi ha reso la scorza dura (perchè devi essere sempre all'altezza,"mica puoi prendere 5 in matematica se i tuoi genitori sono insegnanti" e altri deliri che fanno bene all'autostima) non avevo la minima idea di quale jungla fosse diventata l'istituzione Scuola. 
Sopratutto ignoravo quanti squali e iene ci si nascondessero dentro. La mia intenzione non è gettar fango su chi fa il suo lavoro con onestà,dedizione e portando a casa uno stipendio da fame, come avevo già espresso in questo post ma raccontare la nostra personale esperienza su cosa può succedere quando la scuola non fa ciò per cui è preposta: collaborare con la famiglia nella crescita per educare.

La mia fortuna è stata una madre che per scelta ha preferito seguire bambini portatori di handicap sopratutto psichiatrici, e che mi ha aiutato a capire e ad elaborare in pieno il concetto di diversità. Il trasmettere a Figlio un ambiente il più possibile libero da pregiudizi ed inscatolamenti mentali è stata una diretta conseguenza, che mai mi sarei aspettata essere un motivo per essere bullizzato. 

I problemi cominciano in prima elementare quando la maestra prevalente, fin dall'inizio dell'anno e senza alcun motivo si rivela non collaborativa,dispotica e maleducata. Figlio dopo qualche mese comincia ad essere nervoso,chiuso ed aggressivo. L'insegnante ormai soprannominata Maestra Folle comincia ad avere comportamenti ed atteggiamenti assurdi anche con noi genitori.Viene sopportata un pò da tutti finchè i fatti non diventa talmente gravi da chiedere un trasferimento di classe per il bambino con relativa lettera in cui abbiamo messo nero su bianco tutto denunciando alla dirigenza scolastica ciò che accadeva. 
Fatti gravi,sottolineo.Non i soliti isterismi collettivi, tipici di molti che hanno paura di condividere con gli insegnanti un progetto educativo e una sana collaborazione.
Solo noi e altri due genitori abbiamo dolorosamente preso la decisione di denunciare.Gli altri si tirano indietro affermando che hanno paura "di ciò che può dire la gente,questo è un ambiente così". Seguono colloquio e lettera ufficiale al Preside che liquida la cosa come "fatto insolito" (peccato che abbia detto così a tanti genitori) ma "per il buon nome della scuola "(ah ah) da l'ok per spostare Figlio di sezione all'interno dello stesso Istituto.
La seconda classe comincia con buoni propositi buttandoci tutto alle spalle.
La maestra prevalente che si ritrova il nano (ribattezzata MaestraSòFiga,ma sarebbe troppo lungo spiegare il perchè) purtroppo si rivela peggio, nel senso che agisce subdolamente e di questo haimè ci accorgiamo troppo tardi. 
MaestraSò Figa per due anni dipinge Figlio come un bambino con evidenti lacune,aggressivo e oppositivo con loro. Solo con loro. Scopro purtroppo solo tardi che questo scherzetto lo fa nei riguardi di ben un terzo dei bambini della classe, nel tentativo abbastanza patetico di "selezionare" gli alunni per creare casi ad hoc ed avere l'insegnante di sostegno, giustamente assegnata ad altre classi per seguire casi certificati e bisognosi di reale assistenza.
Qui cominciano i primi racconti di cosa accade con alcuni compagni: penne rubate,scatole di colori sparite, indumenti danneggiati,insulti. Ne parlo con le insegnati,cercando toni concilianti e di collaborazione. Risultato: Si, si controlleremo la cosa. Segue un totale nulla di fatto. Così per un anno intero.
Il secondo anno si ripropongono le stesse cose,con l'aggiunta di gruppetti di ragazzini che fanno pressioni ai pochi amici di Figlio nella classe affinchè venga isolato nei giochi definendolo "scarso e femminuccia". La cosa inizia a preoccuparmi,sopratutto perchè, vista l'età dei bambini temo un'escalation con il tempo.
Ripropongo la cosa alle maestre: Maestra SòFiga in particolare nega fermamente che ci siano stati episodi preoccupanti di bullismo da parte di alcuni bambini. Ogni volta che cerco di esporre il problema la frittata viene rigirata: è mio figlio che è diverso dagli altri. "La precedente maestra non ha colpa e qui va tutto bene" ci disse, aggiungendo che di questo argomento non ne voleva sentir più parlare. (Dopo un anno vengo a conoscenza della grossa grassa amicizia fra lei e Maestra Folle.Che coincidenze,eh?)
Poi ci consiglia per Figlio un centro specialistico con Tale neuropsichiatra sua amica, la quale dopo il secondo colloquio conoscitivo e SENZA ALCUN TIPO DI APPROFONDIMENTO SPECIALISTICO si sbilancia parlando di cose tra le quali tricotillomania,iperattività e probabile discalculopatia. 
Peccato che la psicologa fuori dai loro giri a cui chiedo un secondo parere abbia espresso mille dubbi sulla correttezza del loro operato.
Peccato che con la Neuropsichiatra amica ci finisca metà classe, e che ad alcuni  genitori vengano consigliati caldamente ripetizioni specialistiche da loro amiche (a pagamento,chiaro).
Abbastanza contraddizioni da insospettirmi sull'imparzialità della cosa. 
(Sempre casualmente ai presunti bulli ed alle loro famiglie non viene mai accennato il bisogno di un colloquio con alcunchè.Strano,eh?)
Mi affido ad un'amica psicologa, che mi consiglia di chiedere un parere ad hoc per il benessere del bambino e quindi abbandono la struttura indicata da MestraSòFiga, la quale non prende bene la cosa e insieme alla neuropsichiatra Tizia mi infama al punto tale da farmi valutare una querela per diffamazione.La cosa più carina rivolta alla sottoscritta è stata di essere una "donna indegna di essere madre". Il resto ve lo lascio immaginare.

Nel frattempo Figlio ricomincia ad essere chiuso, piange spesso senza motivo, comincia a soffrire di enuresi notturna. In quel periodo affrontavamo un cambiamento di casa un pò complicato,seguito da un lutto importante e quindi attribuivamo il tutto anche a queste cose. Finchè un bel giorno vuota il sacco e vengono fuori tutta una serie di atti di bullismo da parte di alcuni compagni: magliette e stringhe delle scarpe tagliate con le forbici,porta spalancata mentre fa la pipì,pantaloni tirati giù all'ora di ricreazione davanti al resto delle classi,dente scheggiato da un sasso offertogli come caramella,derisione pubblica per come si veste fino ad arrivare alle richieste di soldi. Tutto sotto gli occhi omertosi della maestra impassibile,perchè "sono ragazzate".
"Sei un frocio"
"Ti piacciono le cose da femmina"
"Se non mi porti 3 euro dico alla  maestra che mi hai detto le parolacce"
"Ti vesti da pezzente"
Per poi passare a prendersela con noi genitori
"Tua madre è brutta e grassa"
"Tua madre non ha manco una macchina decente".

Vesti di viola come le femmine,hahaha. 
"Mi hanno detto che il viola è un colore da femmine,quindi io non sono un vero maschio".
Ok.
Prima che mi parta un embolo chiedo un colloquio con le insegnanti che si trasforma prima nel solito tentativo di ridicolizzare il problema,poi una mezza ammissione che termina in un totale delirio. Mi viene detto che i compagni non hanno colpa poiché figli dell'Avvocato X e Dottor Y, e dato che le famiglie sono altolocate (tenete presente che va visto nell'ottica della sua mentalità provinciale) "sono brave persone, quindi non può essere che questi bambini facciano certe cose". Pertanto sono sempre scusabili in toto.Naturalmente salta fuori il fatto dell'impellente necessità di mio figlio che sia seguito da specialisti per il suo comportamento,tanto per concludere l'opera dei bulli ed attaccargli così una bella etichetta di Sfigato.
Mi trattengo dall'abbatterla con una testata alla Zidane.
Anche lì rigiro della frittata olimpico: mio figlio è bugiardo a causa del fatto che noi non facciamo il nostro lavoro di genitori e  va seguito in una struttura. La maestra di matematica arriva addirittura ad usare il termine "disturbato" per definirlo."Me lo raccontano le mamme che lo sentono dai loro figli".
E lì,credo che pure Monsignor della Casa avrebbe trovato difficoltà a non menarla con lo Zingarelli.(Quest'ultima poi mesi dopo si è defilata dalla cosa, riferendo che non era d'accordo con la collega, ma non poteva contraddirla apertamente.Una bella carriera di paracula D.o.c). 
Naturalmente ho sottolineato che il piccolo non ha alcun tipo di difficoltà cognitiva, nè presenta dei DSA. Anzi, ha una media alta e nella sua classe è forse uno dei pochi bimbi che legge libri, tanti e non solo quelli con protagonista il sorcio paraculo sapiente (leggi: Geronimo Stilton). Le sue difficoltà, anche a detta della psicologa a cui ci siamo poi rivolti, sono di natura prettamente psicologica perchè ha subito molti cambiamenti repentini e perchè quello che gli accade gli ha generato un bel pò di sfiducia negli adulti. Naturalmente per MaestraSòFiga la colpa è solo ed esclusivamente nostra. La nostra psicologa è una cialtrona, lo psicomotricista è un cialtrone (formatore da anni e persona assolutamente stimata del settore) e lo sa con certezza perchè lei "ha fatto il corso di psicomotricità".Peccato che per sua stessa ammissione non abbia mai esercitato,però.
Il problema siamo noi genitori,che vogliamo le scuole ad personam. Quando le ricordo che non sono stata certo io a fare una petizione per cambiare gli orari di ingresso ed uscita, iniziativa partita da un gruppo di mamme esaltate con cui lei esce a cena,ecco che tira fuori la Eleonora Duse versione Poraccia. E' solo frutto del caso che la maestra avuta in prima, menasse gli alunni e li umiliasse per futili motivi. Perchè in realtà erano i bambini a provocarla,così dice. Le faccio notare che so che le due siano molto amiche, tanto da vedersi a cena fuori. L'altra maestra,forse un pò più furba e avendo sentito odor di sputtanamento,si defila con un'uscita plateale. 

Poi via con la sceneggiata!
Noi vediamo cose che non esistono.
Sono cose da bambini,non bullismo.
Nostro figlio inventa.
Nostro figlio tira fuori sempre scuse.
Non riesce ad essere come gli altri.
Non è vero che quando si è ripetutamente lamentato delle vessazioni subite lei si sia arrabbiata con lui,chiedendogli di non dirci nulla della cosa.
Ci accusa di “scaricare le colpe sulla scuola”, Figlio è da portare dal neuropsichiatra perché lei “non ce la fa più” a sopportare i ragazzini che litigano.  La colpa è sua perché lui “ha un atteggiamento che provoca gli altri”.
Insomma, è finita che MaestraSòFiga ci minaccia (lei!) di andare a “riferire per iscritto del colloquio al Preside ed alla Dirigente Scolastica perchè si pone come un attacco alla sua persona.” Questa si crede Gesù Cristo, praticamente. Afferma pertanto che noi “l’abbiamo minacciata.”
Fammi capire...io ti dico che c’è un problema di bullismo, di discriminazione bella e buona che tu fai finta di non vedere e mi dici che ti minaccio? Ma fatti curare da uno bravo.
La cosa poi è morta lì: un'ora di monologo melodrammatico per non fare assolutamente nulla di quello che aveva millantato.Ovviamente.

Il problema è nostro figlio,che non ha MAI discriminato nessuno perchè crede che tutti siamo uguali.

Figlio non è un angioletto, lo so. E' un bambino come tutti, con pregi e difetti ma anche a detta della psicologa a cui mi sono rivolta perfettamente conforme alla sua età. Con la nuova equipe ha raccontato tutto, i quali hanno definito la cosa "impressionante" e trovando assurdo ed ingiusto che paghi lo scotto di essere un bambino libero da pregiudizi e sensibile. Anzi,dopo mesi salta fuori essere più dotato della media dei suoi coetanei.Finisce addirittura i test nella metà del tempo, arrivando a completare quelli per le competenze della quinta elementare (all'epoca era in terza).
Una marcia in più se direzionato nel modo giusto. 
Un handicap se affidato alle persone sbagliate.

Seguono mesi terribili in cui mi ritrovo ad andare a scuola in apnea, affidandomi a Santa Ironia da Sopravvivenza quando sentivo le maestre cum rappresentante di classe parlare delle scelte della maglietta per la pallavolo come se fossero i negoziati per il nucleare, dal venire subissata di messaggi dalle 7.30 di mattina dalla suddetta rappresentante per raccolte fondi al fine di fare regali alle maestre (parliamo di Smart Box per le terme, mica della piantina scrausa della Coop eh), del sentir raccontare cose alle spalle raccapriccianti dalle altre madri (ho contestato l'insegnante,quindi devo essere isolata).
Peccato che dell'essere socialmente accettata da un gruppo di smandrappate non mi sia mai fregato nulla. Ma in fondo chi sono io per toglier loro l'illusione di contare qualcosa nel mondo?
Fine anno: cambio di classe e cambio di istituto.
Nessun problema. Maestre contente. Rendimento scolastico ottimo. Figlio felice.

Non sottovalutate MAI il problema del bullismo. Smettiamola di credere che a noi non succederà mai,sia che riguardi un bullo o un bullizzato.
Abbiate il coraggio di denunciare,non fatevi mettere paura.

Guardo questo giubbino un pò sgargiante."Ma non avevi detto che il viola non ti piaceva?" gli ho chiesto. E il saggio nanetto mi risponde con una frase che avrebbe scardinato pure il cuore più duro:
 "No,ma  adesso posso dirlo: non esistono colori da maschi e colori da femmine.
Il  viola è il blu e il rosso che si sono uniti,e insieme hanno fatto un colore ancora più bello."
E' il colore viola,quello dell'emancipazione,del liberarsi di ragnatele mentali assurde e dure a morire.Che giudica e ferisce una persona per un colore,sia che possa essere abito, colore dei capelli o della pelle.

E che da quel giorno portiamo tutti in famiglia con grande orgoglio.

P.S. Un grande GRAZIE alle tante persone che mi hanno ascoltato,supportato e consigliato anche a distanza.
All'equipe di neuropsichiatria infantile che ha seguito nostro Figlio con pazienza e competenza.
A tutti quelli che ritengono il concetto di 'normalità' una cosa totalmente relativa.
A The Queen Father che, da perfetta estranea quale ero mi ha ascoltato senza pregiudizi e consigliato al meglio come se ci fossimo conosciuti da anni.
Ad Alice ed Elisa,psicologhe, amiche carissime ma sopratutto grandi persone con una grande sensibilità verso i bambini.
A tutti voi che terrete sù la testa davanti a chi vi vorrebbe chini e zitti.
Tenchiù e abbracci vari.

mercoledì 27 gennaio 2016

La verità è là fuori (e forse era il caso di lasciarla lì)

"THE TRUTH IS OUT THERE" 
Recitava così lo slogan di X-Files, serie tv cult degli anni '90.
Si vociferava da tempo di riprendere le redini di questa serie, infondergli nuova linfa e riproporla al pubblico abbracciando così nuove generazioni e vecchi fans. Io sono fra quegli inossidabili estimatori, già dal suo inizio timidissimo su Canale 5 in seconda serata: un sabato galeotto ci fece conoscere, e da lì fu amore a prima vista. Le ultime due stagioni le seguii poco, complice il fatto che si vedeva una serie ormai agli sgoccioli per mancanza di argomenti e, che per fortuna chiuse prima di rasentare il ridicolo. O almeno,accadeva fino a poco tempo fa.
Equazione semplice: prendete una moda rispondente al nome di "reboot" (ossia una nuova versione di un film o di una serie, con addirittura dei nuovi protagonisti) unitevi a poca voglia di creare cose nuove e il risultato saranno sempre produttori che si mettono a fare i novelli Frankenstein.
E Chris Carter ha pensato bene di seguire l'onda e riesumare riproporre quindi la mitica serie.
Anzitutto il Signor C. da furbacchione qual è ha giustamente strizzato l'occhio a tutte le serie di successo nate post X-Files: non credo infatti di essere la sola ad aver colto, già dai primi due episodi, delle citazioni (traduzione: telefonate) a Supernatural, Heroes e compagnia bella (anzi, la butto lì: Signor Carter, non è che poi mi salta fuori che  Sylar si scopre essere figlio illegittimo de l'Uomo che Fuma, eh?).
"Daje, che se veniamo bene ci fanno fare le comparse nel nuovo Heroes"

L'inizio parte col botto: reunion di due vecchi amici/amanti/colleghi.
Due paroline sui protagonisti: Cip e Ciop  Mulder e Scully sono invecchiati, proprio come noi vecchi fans. E non benissimo,da quello che vedo.
Scully ha messo mano al suo look: via il tailleur da armadio in noce massello e alè col tacco 12 e l'acconciatura da Iriza Legan.
Ma non basta un lifting all'immagine per risollevare lo standard, sia che si parli della protagonista Gillian Anderson che della narrazione. Il povero Mulder invece doveva avere un look casual ma il risultato è più simile ad un barbone in hangover. E le cravatte purtroppo, sono rimaste le stesse. 

(*Spoiler!*)15 secondi di deja-vù e poi via col misterone alienAHNO perchè l'alieno cattivo non va più di moda. 

Quindi l'agente Mulder avrà il compito di riassumere il passato quando i due si ritroveranno chiamati dal loro vecchio capo Skinner, la cui accoppiata barba+pelata lo fa sembrare il nonno di Walter White.

"Hello, it' me..."

Dicevamo, la riunione fra ex è per conoscere una “web star”.Dai no,un altro che fa tutorial su come si cucina la parmigiana senza olio nè melanzane? E invece no, perchè il Favij a stelle e strisce si occupa di casi paranormali, tipo lo stipendio accreditato in tempo o una TAC  in tempi non biblici ma nel tempo libero pure di alieni, che anche se son Grigi fanno sempre tanto colore.
La fantasmagorica web-star un pò paragnosta risponde al nome di  Ted O’Malley, chiarissima clonazione generata da una caccola di David Letterman. 

"Come sarebbe che non ho il look giusto
per fare la prossima incarnazione del Dottore?
Ma hai visto che fossette assassine?"

Convinto di avere tra le mani “roba che scotta” (e mettiteli dù guantini da forno,no?) in compagnia di Sancio e Panza dei mitici agenti Mulder e Scully si farà dunque la conoscenza di Sveta, una ragazza russa che afferma di essere stata rapita dagli alieni. Qui è sicuro che sul copione doveva esserci scritto "Nuove e sconvolgenti informazioni sui grandi complotti che durano da 9 stagioni (*)", dove (*) sta per "Frizzi, lazzi e dite un pò quel cazzo che vi pare che ci son quattro minuti buoni da riempire". O’Malley  allora parte con un pippone cosmico: gli alieni sono alieni, ma in realtà loro non sono i cattivi VERI: essi si sono sacrificati per noi venendo sulla terra e son risorti dopo tre giorni...no scusate quella è un'altra storia ma me la ricorda molto. 
Dicevamo, la colpa dei mali del mondo è dell'orribile elite di governanti che ci aumentano l'iva e che ci vogliono clonare grazie all'ufo schiantato su Roswell, che è stato un'incidente finito male per una mancata precedenza insterstellare e 'sti generali americani stronzi non han voluto fare il CID, ma quello che è cascato non è un vaso di petunie?, passando attraverso un discorso scopiazzato paro-paro da "Essi Vivono" di John Carpenter  (qui un assaggio) e...

 *ATTENZIONE!!
 ANNUNCIAZIONE!! 
SPOILERONE!!*

Non c'è più la mezza stagione, con l'euro costa tutto il doppio, se magni troppo ingrassi e con troppi grassi poi ti parte la valvola mitrale, Bush Jr. malimortè (questo può essere messo in qualunque punto del discorso) e vai con un delirio da 4° elementare per arrivare alla Verità delle Verità: gli sceneggiatori e l'autore non hanno più idee.

"Vedi lì?"
"Dove? Non vedo nulla"
"Appunto"

 Vi risparmio il testimone-gigolò che trascina Mulder nello sgabuzzino, Padre che punisce figlio o presunto tale facendogli vedere "2001 Odissea nello Spazio", l'Uomo che Fuma testimonial eterno del cerotto Nicotinette, il raggio disintegratore sulla povera Sveta che "Goldrake me lo puppa forte", e finiamola qui perchè mi sembra di sparare sulla Croce Rossa.
"Dai che giochiamo a chi la spara più grossa..."


Ah sì, il colpo di scena: il ragazzino figlio dei due, prontamente ribattezzato da me Muldally .Che a far due conti adesso avrebbe 15 anni, ma non si capisce perchè nei vari deja-vù rubati al 'Se Fosse...' della Carrà ci fanno vedere un nano 9enne. Mah.

 "Sorridi, che se tutto va bene con te ci sfanghiamo 
altri sei episodi e ci garantiamo la pensione"
A questo punto il fatto che il prossimo episodio si intitoli "la Lucertola Mannara" non m'inquieta manco un poco. 
Attendo come guest star the Toxic Avenger.
Sorrisi e canzoni a tutti,cià.