giovedì 21 aprile 2016

Il colore viola (Una storia di bulli e altre omertà)

A novembre il nano è partito col suo papà per un breve viaggio in Sardegna. E' tornato felice e con tanti regali,ma uno in particolare ha attirato la mia attenzione: un giubbotto viola. Quel viola che aveva eliminato dal suo abbigliamento, che aveva timore di indossare al punto da non volere nemmeno una righina nelle calze. E lì ho sentito che stava finalmente andando oltre quello che gli era successo. 

Ho riflettuto a lungo se condividere quello che andrò a raccontare: un momento così personale della mia vita che ha finito con il coinvolgere tutta la famiglia. 
Perchè hai sempre paura di esporti.
Perchè sono cose troppo intime.
Perchè scriverle equivale a ricordare, a ripercorrere quel mare di liquami nel quale hai cercato di tenere a galla tuo figlio. 
Ma ho imparato che il tenersi tutto dentro non fa mai bene: è  un autocannibalismo che ti farà a banchettare con patè di fegato (il tuo,ovviamente) e certe cose non puoi rinchiuderle, pure se per pudore sapendo che tanti vivono le stesse situazioni.
E perchè è giusto parlarne,credo.
L'antefatto è che con la scuola italiana in quanto istituzione ho un rapporto complesso. Molto. E tutto avrei voluto, tranne che fosse un figlio a pagarne il prezzo.

Benchè sia cresciuta in un ambiente dove essere figlia,nipote e cugina di insegnanti mi ha reso la scorza dura (perchè devi essere sempre all'altezza,"mica puoi prendere 5 in matematica se i tuoi genitori sono insegnanti" e altri deliri che fanno bene all'autostima) non avevo la minima idea di quale jungla fosse diventata l'istituzione Scuola. 
Sopratutto ignoravo quanti squali e iene ci si nascondessero dentro. La mia intenzione non è gettar fango su chi fa il suo lavoro con onestà,dedizione e portando a casa uno stipendio da fame, come avevo già espresso in questo post ma raccontare la nostra personale esperienza su cosa può succedere quando la scuola non fa ciò per cui è preposta: collaborare con la famiglia nella crescita per educare.

La mia fortuna è stata una madre che per scelta ha preferito seguire bambini portatori di handicap sopratutto psichiatrici, e che mi ha aiutato a capire e ad elaborare in pieno il concetto di diversità. Il trasmettere a Figlio un ambiente il più possibile libero da pregiudizi ed inscatolamenti mentali è stata una diretta conseguenza, che mai mi sarei aspettata essere un motivo per essere bullizzato. 

I problemi cominciano in prima elementare quando la maestra prevalente, fin dall'inizio dell'anno e senza alcun motivo si rivela non collaborativa,dispotica e maleducata. Figlio dopo qualche mese comincia ad essere nervoso,chiuso ed aggressivo. L'insegnante ormai soprannominata Maestra Folle comincia ad avere comportamenti ed atteggiamenti assurdi anche con noi genitori.Viene sopportata un pò da tutti finchè i fatti non diventa talmente gravi da chiedere un trasferimento di classe per il bambino con relativa lettera in cui abbiamo messo nero su bianco tutto denunciando alla dirigenza scolastica ciò che accadeva. 
Fatti gravi,sottolineo.Non i soliti isterismi collettivi, tipici di molti che hanno paura di condividere con gli insegnanti un progetto educativo e una sana collaborazione.
Solo noi e altri due genitori abbiamo dolorosamente preso la decisione di denunciare.Gli altri si tirano indietro affermando che hanno paura "di ciò che può dire la gente,questo è un ambiente così". Seguono colloquio e lettera ufficiale al Preside che liquida la cosa come "fatto insolito" (peccato che abbia detto così a tanti genitori) ma "per il buon nome della scuola "(ah ah) da l'ok per spostare Figlio di sezione all'interno dello stesso Istituto.
La seconda classe comincia con buoni propositi buttandoci tutto alle spalle.
La maestra prevalente che si ritrova il nano (ribattezzata MaestraSòFiga,ma sarebbe troppo lungo spiegare il perchè) purtroppo si rivela peggio, nel senso che agisce subdolamente e di questo haimè ci accorgiamo troppo tardi. 
MaestraSò Figa per due anni dipinge Figlio come un bambino con evidenti lacune,aggressivo e oppositivo con loro. Solo con loro. Scopro purtroppo solo tardi che questo scherzetto lo fa nei riguardi di ben un terzo dei bambini della classe, nel tentativo abbastanza patetico di "selezionare" gli alunni per creare casi ad hoc ed avere l'insegnante di sostegno, giustamente assegnata ad altre classi per seguire casi certificati e bisognosi di reale assistenza.
Qui cominciano i primi racconti di cosa accade con alcuni compagni: penne rubate,scatole di colori sparite, indumenti danneggiati,insulti. Ne parlo con le insegnati,cercando toni concilianti e di collaborazione. Risultato: Si, si controlleremo la cosa. Segue un totale nulla di fatto. Così per un anno intero.
Il secondo anno si ripropongono le stesse cose,con l'aggiunta di gruppetti di ragazzini che fanno pressioni ai pochi amici di Figlio nella classe affinchè venga isolato nei giochi definendolo "scarso e femminuccia". La cosa inizia a preoccuparmi,sopratutto perchè, vista l'età dei bambini temo un'escalation con il tempo.
Ripropongo la cosa alle maestre: Maestra SòFiga in particolare nega fermamente che ci siano stati episodi preoccupanti di bullismo da parte di alcuni bambini. Ogni volta che cerco di esporre il problema la frittata viene rigirata: è mio figlio che è diverso dagli altri. "La precedente maestra non ha colpa e qui va tutto bene" ci disse, aggiungendo che di questo argomento non ne voleva sentir più parlare. (Dopo un anno vengo a conoscenza della grossa grassa amicizia fra lei e Maestra Folle.Che coincidenze,eh?)
Poi ci consiglia per Figlio un centro specialistico con Tale neuropsichiatra sua amica, la quale dopo il secondo colloquio conoscitivo e SENZA ALCUN TIPO DI APPROFONDIMENTO SPECIALISTICO si sbilancia parlando di cose tra le quali tricotillomania,iperattività e probabile discalculopatia. 
Peccato che la psicologa fuori dai loro giri a cui chiedo un secondo parere abbia espresso mille dubbi sulla correttezza del loro operato.
Peccato che con la Neuropsichiatra amica ci finisca metà classe, e che ad alcuni  genitori vengano consigliati caldamente ripetizioni specialistiche da loro amiche (a pagamento,chiaro).
Abbastanza contraddizioni da insospettirmi sull'imparzialità della cosa. 
(Sempre casualmente ai presunti bulli ed alle loro famiglie non viene mai accennato il bisogno di un colloquio con alcunchè.Strano,eh?)
Mi affido ad un'amica psicologa, che mi consiglia di chiedere un parere ad hoc per il benessere del bambino e quindi abbandono la struttura indicata da MestraSòFiga, la quale non prende bene la cosa e insieme alla neuropsichiatra Tizia mi infama al punto tale da farmi valutare una querela per diffamazione.La cosa più carina rivolta alla sottoscritta è stata di essere una "donna indegna di essere madre". Il resto ve lo lascio immaginare.

Nel frattempo Figlio ricomincia ad essere chiuso, piange spesso senza motivo, comincia a soffrire di enuresi notturna. In quel periodo affrontavamo un cambiamento di casa un pò complicato,seguito da un lutto importante e quindi attribuivamo il tutto anche a queste cose. Finchè un bel giorno vuota il sacco e vengono fuori tutta una serie di atti di bullismo da parte di alcuni compagni: magliette e stringhe delle scarpe tagliate con le forbici,porta spalancata mentre fa la pipì,pantaloni tirati giù all'ora di ricreazione davanti al resto delle classi,dente scheggiato da un sasso offertogli come caramella,derisione pubblica per come si veste fino ad arrivare alle richieste di soldi. Tutto sotto gli occhi omertosi della maestra impassibile,perchè "sono ragazzate".
"Sei un frocio"
"Ti piacciono le cose da femmina"
"Se non mi porti 3 euro dico alla  maestra che mi hai detto le parolacce"
"Ti vesti da pezzente"
Per poi passare a prendersela con noi genitori
"Tua madre è brutta e grassa"
"Tua madre non ha manco una macchina decente".

Vesti di viola come le femmine,hahaha. 
"Mi hanno detto che il viola è un colore da femmine,quindi io non sono un vero maschio".
Ok.
Prima che mi parta un embolo chiedo un colloquio con le insegnanti che si trasforma prima nel solito tentativo di ridicolizzare il problema,poi una mezza ammissione che termina in un totale delirio. Mi viene detto che i compagni non hanno colpa poiché figli dell'Avvocato X e Dottor Y, e dato che le famiglie sono altolocate (tenete presente che va visto nell'ottica della sua mentalità provinciale) "sono brave persone, quindi non può essere che questi bambini facciano certe cose". Pertanto sono sempre scusabili in toto.Naturalmente salta fuori il fatto dell'impellente necessità di mio figlio che sia seguito da specialisti per il suo comportamento,tanto per concludere l'opera dei bulli ed attaccargli così una bella etichetta di Sfigato.
Mi trattengo dall'abbatterla con una testata alla Zidane.
Anche lì rigiro della frittata olimpico: mio figlio è bugiardo a causa del fatto che noi non facciamo il nostro lavoro di genitori e  va seguito in una struttura. La maestra di matematica arriva addirittura ad usare il termine "disturbato" per definirlo."Me lo raccontano le mamme che lo sentono dai loro figli".
E lì,credo che pure Monsignor della Casa avrebbe trovato difficoltà a non menarla con lo Zingarelli.(Quest'ultima poi mesi dopo si è defilata dalla cosa, riferendo che non era d'accordo con la collega, ma non poteva contraddirla apertamente.Una bella carriera di paracula D.o.c). 
Naturalmente ho sottolineato che il piccolo non ha alcun tipo di difficoltà cognitiva, nè presenta dei DSA. Anzi, ha una media alta e nella sua classe è forse uno dei pochi bimbi che legge libri, tanti e non solo quelli con protagonista il sorcio paraculo sapiente (leggi: Geronimo Stilton). Le sue difficoltà, anche a detta della psicologa a cui ci siamo poi rivolti, sono di natura prettamente psicologica perchè ha subito molti cambiamenti repentini e perchè quello che gli accade gli ha generato un bel pò di sfiducia negli adulti. Naturalmente per MaestraSòFiga la colpa è solo ed esclusivamente nostra. La nostra psicologa è una cialtrona, lo psicomotricista è un cialtrone (formatore da anni e persona assolutamente stimata del settore) e lo sa con certezza perchè lei "ha fatto il corso di psicomotricità".Peccato che per sua stessa ammissione non abbia mai esercitato,però.
Il problema siamo noi genitori,che vogliamo le scuole ad personam. Quando le ricordo che non sono stata certo io a fare una petizione per cambiare gli orari di ingresso ed uscita, iniziativa partita da un gruppo di mamme esaltate con cui lei esce a cena,ecco che tira fuori la Eleonora Duse versione Poraccia. E' solo frutto del caso che la maestra avuta in prima, menasse gli alunni e li umiliasse per futili motivi. Perchè in realtà erano i bambini a provocarla,così dice. Le faccio notare che so che le due siano molto amiche, tanto da vedersi a cena fuori. L'altra maestra,forse un pò più furba e avendo sentito odor di sputtanamento,si defila con un'uscita plateale. 

Poi via con la sceneggiata!
Noi vediamo cose che non esistono.
Sono cose da bambini,non bullismo.
Nostro figlio inventa.
Nostro figlio tira fuori sempre scuse.
Non riesce ad essere come gli altri.
Non è vero che quando si è ripetutamente lamentato delle vessazioni subite lei si sia arrabbiata con lui,chiedendogli di non dirci nulla della cosa.
Ci accusa di “scaricare le colpe sulla scuola”, Figlio è da portare dal neuropsichiatra perché lei “non ce la fa più” a sopportare i ragazzini che litigano.  La colpa è sua perché lui “ha un atteggiamento che provoca gli altri”.
Insomma, è finita che MaestraSòFiga ci minaccia (lei!) di andare a “riferire per iscritto del colloquio al Preside ed alla Dirigente Scolastica perchè si pone come un attacco alla sua persona.” Questa si crede Gesù Cristo, praticamente. Afferma pertanto che noi “l’abbiamo minacciata.”
Fammi capire...io ti dico che c’è un problema di bullismo, di discriminazione bella e buona che tu fai finta di non vedere e mi dici che ti minaccio? Ma fatti curare da uno bravo.
La cosa poi è morta lì: un'ora di monologo melodrammatico per non fare assolutamente nulla di quello che aveva millantato.Ovviamente.

Il problema è nostro figlio,che non ha MAI discriminato nessuno perchè crede che tutti siamo uguali.

Figlio non è un angioletto, lo so. E' un bambino come tutti, con pregi e difetti ma anche a detta della psicologa a cui mi sono rivolta perfettamente conforme alla sua età. Con la nuova equipe ha raccontato tutto, i quali hanno definito la cosa "impressionante" e trovando assurdo ed ingiusto che paghi lo scotto di essere un bambino libero da pregiudizi e sensibile. Anzi,dopo mesi salta fuori essere più dotato della media dei suoi coetanei.Finisce addirittura i test nella metà del tempo, arrivando a completare quelli per le competenze della quinta elementare (all'epoca era in terza).
Una marcia in più se direzionato nel modo giusto. 
Un handicap se affidato alle persone sbagliate.

Seguono mesi terribili in cui mi ritrovo ad andare a scuola in apnea, affidandomi a Santa Ironia da Sopravvivenza quando sentivo le maestre cum rappresentante di classe parlare delle scelte della maglietta per la pallavolo come se fossero i negoziati per il nucleare, dal venire subissata di messaggi dalle 7.30 di mattina dalla suddetta rappresentante per raccolte fondi al fine di fare regali alle maestre (parliamo di Smart Box per le terme, mica della piantina scrausa della Coop eh), del sentir raccontare cose alle spalle raccapriccianti dalle altre madri (ho contestato l'insegnante,quindi devo essere isolata).
Peccato che dell'essere socialmente accettata da un gruppo di smandrappate non mi sia mai fregato nulla. Ma in fondo chi sono io per toglier loro l'illusione di contare qualcosa nel mondo?
Fine anno: cambio di classe e cambio di istituto.
Nessun problema. Maestre contente. Rendimento scolastico ottimo. Figlio felice.

Non sottovalutate MAI il problema del bullismo. Smettiamola di credere che a noi non succederà mai,sia che riguardi un bullo o un bullizzato.
Abbiate il coraggio di denunciare,non fatevi mettere paura.

Guardo questo giubbino un pò sgargiante."Ma non avevi detto che il viola non ti piaceva?" gli ho chiesto. E il saggio nanetto mi risponde con una frase che avrebbe scardinato pure il cuore più duro:
 "No,ma  adesso posso dirlo: non esistono colori da maschi e colori da femmine.
Il  viola è il blu e il rosso che si sono uniti,e insieme hanno fatto un colore ancora più bello."
E' il colore viola,quello dell'emancipazione,del liberarsi di ragnatele mentali assurde e dure a morire.Che giudica e ferisce una persona per un colore,sia che possa essere abito, colore dei capelli o della pelle.

E che da quel giorno portiamo tutti in famiglia con grande orgoglio.

P.S. Un grande GRAZIE alle tante persone che mi hanno ascoltato,supportato e consigliato anche a distanza.
All'equipe di neuropsichiatria infantile che ha seguito nostro Figlio con pazienza e competenza.
A tutti quelli che ritengono il concetto di 'normalità' una cosa totalmente relativa.
A The Queen Father che, da perfetta estranea quale ero mi ha ascoltato senza pregiudizi e consigliato al meglio come se ci fossimo conosciuti da anni.
Ad Alice ed Elisa,psicologhe, amiche carissime ma sopratutto grandi persone con una grande sensibilità verso i bambini.
A tutti voi che terrete sù la testa davanti a chi vi vorrebbe chini e zitti.
Tenchiù e abbracci vari.

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