lunedì 30 novembre 2015

Pensieri & faldoni.

Operazione riordino faldoni,che attendevano lì da mesi e mesi,che poi sono diventati un anno e poi due.
E ci sarebbero pure rimasti lì a far la muffa, non fosse altro che mi serviva spazio per quelli nuovi.
Guardo quei fogli e vedo le parole 'fine di un un incubo'.
E, in contemporanea il nostro primo ingresso in un' aula di tribunale. 
Ci tengo a precisare non ho rapinato banche né mi sono unita alle Femen: semplicemente dovevo chiudere una querela fatta ai miei ex vicini nel 2011 (sì, la data è esatta.Non aggiungo nulla perché ‘sta cosa si commenta da sé…).Una rottura di bocce all’italiana che non sto ad esporre. 
Ora immaginatevi me con Figlio a casa da scuola perchè si è riempito di chiazze rosse (mistero), gatti che vomitano nella notte, sms del Sergente Hartman dalle 7.40 del mattino per comunicarmi ogni particolare insulso di non sò più quale riunione dei genitori. Come al solito insomma, alle prese con tremila casini da normale amministrazione. Diventati tremilaeuno quando Marito mi chiama e mi annuncia che nel giro di un'ora dovevamo trovarci con il nostro avvocato per chiuder tutto l'ambaradan vicinesco davanti al Giudice di Pace. Panico. Riesco a trovare qualcosa di decente da mettere (la maglietta dei Ramones non mi pareva adatta) e partiamo.
Io mi auguro di cuore di non entrar più in posti simili. Ora, il palazzetto storico che occupava l’ufficio del G.d.P. è in stallo per lavori, per i quali pare non ci sian soldi quindi ci spediscono in centro storico: nel quale, comprensibilmente, trovare parcheggio è come cercare una coscienza pulita in Parlamento. Individuo un buco e ci infilo la macchina, stranamente a soli 2 Km. di distanza.Pure qui si fa luce la mia facoltà migliore: scegliere le scarpe sbagliate per il percorso sbagliato (andarci con i Doc Martens d’ordinanza non mi pareva il caso). Così mi son fatta sanguinare i piedi (letteralmente) perché le scarpe che ho messo hanno la suola inesistente e il selciato è tutto fatto a sampietrini. L'entusiasmo della situazione è ben rappresentato dallo scalone che puzzava di muffa, coi gradini ad U da quanto son consunti. 
Trovo Marito ed il nostro avvocato, che ci indica quello della controparte (assente) che è andata a far fotocopie. Mi sento a disagio, nonostante il mio (ex) lavoro mi abbia fatto conoscere molto bene questi ambienti.Ma era eoni fa.
Dopo un po’ ci fanno entrare, ma è fortissima la sensazione di essere incappati in una roba stile ai confini della realtà. Un po’ pure Zelig. 
Tanto per iniziare, il G.d.P. cerca la pratica. Cerca e ricerca. Lui cerca e parla mentre il cancelliere scrive (boh, è il cancelliere quello che scrive? Ho rimosso …vabbè: lo chiamerò Colui che Scrive). Figlio invece quando l’avvocato espone (rimettiamo la querela perché i tipi, dopo aver fatto fantastiliardi di debiti sono pure scappati all’estero) ha un attacco di singhiozzo, per cui il discorso assume una strana e tragicomica ritmica rap. Ora Colui che Scrive chiede al legale della controparte di far piano dettando, perché è rimasto indietro.Quella gli risponde che nel mentre potrebbe andare a far fotocopie di nonsocosa, perché così si finisce prima. L’altro le ribatte che finisce prima se lo lascia trascrivere in pace.
Il resto lo ricordo come istantanee sfumate. 
Io che mi chiedo se provano una gag. 
Io che mi sento a disagio perché mi fanno male i piedi. 
Io che guardo Marito che è venuto su con la divisa aziendale stile infermiere e non ha nemmeno mangiato, poveretto, e tra mezz’ora riprende il lavoro. 
Io sempre più a disagio perché ho una pizzetta ai carciofi in borsa (per Marito che salta il pranzo) e l’odore comincia a farsi sentire nella stanzetta angusta in cui siamo. 
Io che prego che non mi chiedano di tirar fuori documenti dalla borsa, sennò che figura con ‘sta pizzetta e immagino scenari di documenti unti che manco la carta d'identità di Chef Rubio tanfa così. 
Io che tiro un sospiro di sollievo perché è finito ‘sto teatrino assurdo, durato antanni solo perché una ha osato sperare di far valere dei diritti in Italia. 
Io che saluto gli avvocati, pure quella della controparte che ci dice “Scusate, ma vado a fare delle fotocopie”. 
Io che faccio il gesto dell’ombrello appena fuori della porta. 
Io che son qui sull’uscio di casa, con Figlio tipo dalmata rosso accanto a me che sorride. Entrambi con un gelato in mano. E ridiamo. Tanto. Perchè come dice AmicaLontana “Sorridi: vita è bella e non sei nata donna in zona di guerra".

martedì 24 novembre 2015

Ikea, istruzioni per l’uso. (Gita antropologico-culturale)

Pare che dovrò affrontare l'ennesimo pellegrinaggio all'Ikea, e stavolta perchè davvero ci serve qualcosa.
Premesso che:
1) le multinazionali tutte, in genere mi stanno un po’ sulle balìn.
2) detesto le loro polpette a causa del mistero degli ingredienti.
3) il caffè Utz  (criptico nome adatto più ad una mummia di 5.000 anni che non a una bevanda) mi fa uno strano effetto alla pancia.
Detto ciò e nonostante tutto andare all’Ikea mi rilassa. Ma per far sì che accada il segreto è tener presente alcune regole fondamentali. 
La prima: MAI andare senza un motivo specifico. Infatti l’ambiente circostante unito alle sostanze lisergiche diffuse nell'aria dà vita ad una serie di fenomeni, primo fra tutti l’acquisto compulsivo di candele. Io e Marito, agli albori della nostra vita di sposini ne abbiamo acquistate davvero tante, che manco la fornitura annuale per la basilica di San Pietro (o
 per i non credenti, da poterci illuminare a giorno lo stadio Meazza).
La seconda: il bisogno ossessivo di prendere matitine omaggio con cui si segnano gli acquisti,che i perfidi creativi dell’ikea disseminano ovunque in negozio, perfino in bagno. Le quali ti perseguiteranno in secula seculorum infilandosi in ogni borsa/zaino/pochette/auto e qualche volta anche fra i calzini. Ho le prove,dopo il secondo trasloco ne abbiamo contato tipo una trentina. 
La terza: a meno che non si debba comprare qualcosa di veramente ingombrante, evitare come la peste il carrello, sul quale si accumuleranno cose totalmente inutili come il taglia-mela (mai più senza), collezioni 4 stagioni di cucchiarelle scompagnate dai colori fluo (gli svedesi sono evidentemente daltonici) o l’ennesimo tappetino per il bagno, che verrà convertito in grattatoio per i gatti dopo il primo utilizzo. Soprattutto i tappeti, una volta stesi, sono soggetti a fenomeni paranormali ossia causano volteggi a rischio cascatone con le loro estremità. Questo perché tu, donna diffidente non hai voluto comprare insieme a Persisk Kelim Gashgai (un tappeto, ma potrebbe essere il nuovo ambasciatore persiano) l’utilissima rete per bloccare il tappeto a terra (“Macché rete, mica vado ad acchiappar farfalle!”), per cui chiunque entri in sala si trasforma in Nadia Comaneci. 
Il quarto e ultimo fenomeno (sicuramente generato dai poltergeist dei cavalli tritati finiti nelle polpette) è la sindrome da acquisto incurante della realtà. Il padre di famiglia infatti,preso da amnesia improvvisa si dimenticherà di possedere un’utilitaria e non un tir, ritrovandosi nel parcheggio ad imprecare in compagnia di sei pacchi lunghi e grandi come la misericordia. Tutto ciò costringerà ad acquistare lì a caro prezzo il simpatico kit per mettere le barre sul tetto dell’automezzo e poter issare quelle specie di menhir da 80 kg. cadauno sul tetto della Punto (momento deja-vù). Imperturbabili,si farà ritorno a casa con un tavellone che manco Serhij Bubka,e che darà all’auto quella bella verve tamarra da assetto ribassato causa peso.La variante (un filo peggio) è trasformarsi in un appassionato di Tetris, incastrando i pacchi pressoché ovunque cosicché l'allegro conduttore si ritroverà a guidare alla cieca perché sì è riuscito ad infilare chissà come tutto in auto, ma non si vede più un tubo.Senza contare che per un attimo non trova più il figlio, incastrato com'è fra un pezzo di Josef e Atran (mobile e mobiletto con serratura). 
Un’amica mi raccontò che una volta, presa dall'entusiasmo di aver trovato una libreria Billy già montata all'angolo occasioni, dovette inserirla intera al posto del passeggero.Il suo compagno viaggiò fino a casa dentro l’armadio stesso, con quel bell'effetto tipo cassa da morto.
Last but not least occorre tener presente SEMPRE una cosa fondamentale: tutto ciò che vedi non è vero e rifarlo a casa sarà impossibile (Segue risata malefica e suoni da film horror). Ma in fondo non significa nulla per  noi donnine di oggi, pur sapendo che è tutto finto sarà comunque piacevole allo sguardo: in fondo le bagnine di Baywatch c’hanno campato per anni su questo concetto.  
Però quando serve un’idea, un qualcosa da poter adattare lei c’è,e lì Ikea si rende davvero utile. Soprattutto per gli allucinati come la sottoscritta e consorte, costantemente alla ricerca di oggetti da poter modificare. Infatti dalla nostra prima entrata all'Ikea Marito si è progressivamente trasformato nel suo alter-ego, alias Mr.Ryan Friedlinghaus-del-truciolare-nobilitato generando il fenomeno del Pimp My Ride della mobilia. 
Devo dire con ottimi risultati: non so come abbia fatto a far delle sedie dai vassoi girevoli, però è da dieci anni che i nostri sederotti ci si accomodano sopra con gioia.E ci reggono pure! 

Vado a sniffare candele, adieu.

mercoledì 18 novembre 2015

Confuse e (In)Felici

Al bar vicino al lavoro c'è un tavolino intoccabile. 
E' quello che raccoglie, feste comandate escluse, le ImpiegateItaliane. No, non sono le novelle Spice Girls nè il nuovo gruppo vincitore di X-Factor, anche perchè, se un factor vogliamo proprio trovarlo per descrivere le tapine in questione bisogna andare a pescare nelle ultime lettere dell'alfabeto. 
Quando le osservo, nascosta fra il mio caffè e la gazzetta locale mi sento tanto Piero Angela che osserva la vita sociale del Paracco Striato Mutevole (non correte subito a cercare il bestiolo su Wikipedia, è l'equivalente del Sarchiapone. Un giorno se avrete voglia ve ne racconterò la genesi).
Di impiegate ne ho viste tante in più di un ventennio lavorativo, perchè anch'io lo ero, fra alti e bassi lavorativi.
Esemplari simili però mancavano al mio Animalario Umano. Prima di tutto va fatta un po’ di morfologia: di solito sono sempre in quattro, massimo cinque. La quinta è spesso assente perché “il cappuccino mi fa venire il cagotto!", e se contate il fatto che tutto il bar l’ha saputo da una sua spontanea ammissione avete già capito il tipo. 
Dicevo…mettetevi comodi, immaginate di guardare SuperQuark e leggete con questo in sottofondo.
“Le ImpiegateItaliane sono un eterogeneo gruppo di forma umanoide femminile. Si distinguono dalle Impiegate Autentiche da vari fattori estetici e verbali. Per esempio, troverete la “Responsabile Acquisti con l’estero" che si esprime in un inglese che fa diventare Mr.Flanagan un docente di Oxford. Essa riesce non solo a cannare la pronuncia italiana ma pure a smembrare le lingue straniere, con termini dall’oscuro significato quali “baloon” (scritto come si legge), palchè (che starebbe per parquet) oppure smidran. Per la traduzione di quest’ultimo occorre il dizionario della lingua ostrogota. 
Si muovono in gruppo e sono generalmente stanziali, infatti hanno adottato formalmente il tavolino a fianco della vetrata, posizione che permette un ottimo posto di osservazione sul chi porta fuori l’immondizia nel condominio di fronte e delle schiene dei Fumatori Solitari Incalliti, una specie di cui parleremo in una prossima puntata.
La principale caratteristica è il muoversi urlando in gruppo, e spicca su tutte la femmina Alfa, la capobranco.
Essa, detta anche Decibel e non vi dico il perché tanto siete perspicaci, si occupa di :
 a)farci conoscere tutti i razzi & mazzi aziendali, compreso quante volte vanno in bagno i loro capi e sottoposti; 
b) tutte le app gratuite utilissime che si possono scaricare, fra cui l’utilissimo come fare una fattura fake oppure come vedere la propria mano attraverso il telefono.
c) (la perla) raccontare per filo e per segno cosa ha fatto la sera prima col marito.Chiede sempre il caffè ristretto, che fa annegare in un mare di zucchero e latte ma si sospetta se lo faccia allungare con la grappa dal ragazzo al banco."
A questo punto il Pierone nazionale farebbe partire un filmato,ma siccome vi voglio bene vi lascio alla vostra immaginazione….. 
Ecco, io davanti a tutto ciò mi chiedo solo una cosa: perché una si voglia davvero far del male. Cosa spinga una donna, magari anche simpatica sottosotto, a dover per forza far la figa sparando imbecillaggini. Ok, poi il mio momento serietà finisce e viene fuori il mio vero Io, quello cinico e un po’ carogno: ma lo penso solo io che se la proprietaria del bar si sgamasse che c’è pure un momento-varietà dietro ogni consumazione che pigliano queste, inizierebbe a farci pagare un supplemento?

lunedì 16 novembre 2015

50 Sfumature (di amanti degli animali)

Recentemente una conoscente, complice una cena a base di rosso robusto, mi parla dell'immenso ammmore che ha per il suo cane. TUTTA la sera. La classica tipa che solo lei sa cosa significa amare un cane. 
Un delirio: se non compri i crocchini da 40 euro il sacchetto non sei un VERO amante degli animali. Se non curi il suo pelo con prodotti a base di olio di qualcheccosa non ami abbastanza il tuo cane. Se non prendi una cuccia foderata in raso trapuntato vuol dire che non tieni abbastanza al tuo peloso. E via andare.
Dopo venti minuti,con tutta la mia buona volontà, lei continuava con 'ste frasi deliranti e nel mentre pensavo alla prossima dichiarazione dei redditi annuendo ogni tanto,giusto per dare qualche segno di vita. 
Premessa: amo gli animali, ho anni di volontariato alle spalle passati a curare cani e gatti feriti, a spalar cacca (che non fa figo raccontarlo, ma è parte del lavoro del volontario) però (ed è un grande però) rispetto profondamente la natura che comunque ci ha fatto diversi e sono consapevole che umanizzare all'eccesso cani e gatti è deleterio quanto trattarli come oggetti.
Hanno sentimenti, provano felicità e affetto sincero. Ma sbacciucchiarseli in bocca e pretendere altrettanto, gnafò.
Poi mi parla di come avverta le cose telepaticamente col suo cane. Uhm, non credo però che condividiate la stessa passione per il Ciappi, mi viene da pensare. Ma non lo dico.
Candida come Biancaneve sotto acidi sentenzia: è che riesco a capire cosa mi vuole dire. Pure io con le mie gatte, che c’è di strano? Se vedo Lù davanti al frigo con gli occhi da Bambi so già che non mi chiede di portarla a teatro. "Sì, ma con lei è diverso".Se lo dici tu, buona camicia a tutti. Così mi cita un libro dal titolo “Parlare con gli animali”. Ma è il sottotitolo che fa la differenza: “e ricevere risposte.” Francamente mi turba pure un poco. Ricevere risposte? Uh mammacara, ma se chiedo qualcosa al setter inglese mi risponde con l'accento stucchevole di Queen Elisabeth?Sì, vabbè sò scema e già lo sapevo.
Io già comunico con gli animali, pure con quelli bipedi se è per quello. Ci provo,eh perché non sempre riesce. Credimi che ho più certezze che mi capirà un cane o le mie gatte piuttosto che stabilire un dialogo fruttuoso con certi animali a due zampe. Tipo quando saluto le MammeBarbie oppure quando chiedo chiarimenti all'impiegato scemo della banca. Ma siccome l’argomento mi intriga e son curiosa come una faina nel pollaio faccio due ricerchine. 
Allora, l’autrice del tomo illuminante si chiama Amelia Kinkade ed è "più nota come attrice per aver preso parte alla serie TV "Saranno Famosi" e come protagonista ne “La notte dei demoni” (praticamente la trama delle riunioni dei genitori a cui sono andata), dove Amelia ha scoperto la sua sorprendente capacità di entrare nelle menti degli animali."
Ecco, cara Amelia tu che puoi dimmi allora cosa c’era nella testa di Nina la felina cosmica quando ha deciso di svegliarci alle tre del mattino strappandosi i punti coi denti, che se lo chiede pure il veterinario. 
Continuo a leggere: “Amelia ha sempre amato gli animali, ma durante un Workshop in comunicazione animale (‘sti mazzi!) ha scoperto di avere la straordinaria capacità di comunicare con essi. E così Amelia ha saputo che gli animali sono in grado di ridere e sognare di essere felici e di addolorarsi, proprio come i loro padroni. "
Vabbè, sai che scoperta.Se c’è chi ha inventato l’acqua calda, tu allora lasciatelo dire con affetto cara Amelia, hai inventato l’uovo sodo.Che abbiano sentimenti ed emozioni come noi non è una novità: basta vedere lo sguardo di certi cani nei canili. E se ho dei dubbi è solo sul fatto che certi umani sappiano provare cos'è la pietà.Sopratutto quando li lasciano lì "perchè crescono e abbaiano", come ho sentito rispondere tempo fa. 
Conclude la presentazione: "gli animali sanno anche raggiungere stati trascendentali più profondi di quelli che vengono raggiunti dalla maggior parte delle persone." Allora, immagino che per stati trascendentali non si intenda lo sguardo perso nel vuoto che vedo in certi impiegati comunali o quello di certi rapper italiani quando devono coniugare un verbo avere. Quindi anche loro, gli animali, meditano. E pure qui, sai la novità! Ma tu guarda, porca civetta, e io che credevo che Brontola dormisse in piedi! Era in stato trascendentale, come ho fatto a non capirlo?! Guardava Giacobbo in tv con la sua teoria sugli "Illuminati-che-vengono-da-Marte-ma-sopratutto-chi-ha-fatto-i-cerchi-nel-grano-aveva-un-gran-piano-urbanistico" e credevo che dormisse!
Ok, torno seria, ci provo almeno. Ecco, cara signora Kinkade, io le sono grata che faccia anche campagna contro l’abbandono. Sono felice che sensibilizzi gli umani ad una condivisione di questo mondo con il resto delle specie. Ma ho qualche perplessità sulle sue teorie: credo che gli animali siano avanti anni luce perchè sono semplici, non si fanno tanti pipponi come noi che spesso carichiamo di sottintesi ogni singola cosa e ci facciamo dei filmoni in testa. Qualcuno poi non si limita e si fa direttamente le trilogie, tipo il Signore degli Anelli ma questa è un’altra storia (pardon, un’altra specie umana).
 Gli animali, quelli autentici sono a senso unico: il sì è sì, il no è no. Punto. Sono creature una spanna sopra di noi in fatto di umanità perché pensano semplice. Cosa che noi umani abbiamo disimparato a fare.
Complicarci la vita spesso è il nostro mestiere e ad alcuni riesce davvero alla grande: nasce tutte le mattine quel o quella bipede che proverà a rendere la nostra vita un delirio senza un vero perché. 
Davvero, grazie mille Signora Kinkade, lungi da me giudicare la sua opera, ma credo che all’umanità tutta serva,prima di comunicare con altre specie, capire il prossimo della propria specie. Perchè è come saper parlare arabo, giapponese, ostrogoto ed elfico ma poi non parli italiano, ed in Italia ci vivi. E se vai a comprare il pane come fai? Nessuno ti calcolerà mai, of course. Qui da me la fornaia di zona dopo due minuti che non capisce cosa vuoi le parte un’intifada di rosette. 
“Parlare con gli animali è possibile e Amelia Kinkade ti mostrerà come.” Scusami Amelia, sarei felice di sapere come ma Alma vuole la sua pappa, quella nella confezione verde e Nina vuole invece che mi sieda e legga voce alta il libro che ho iniziato ieri per lei, così si rilassa. Mi è parso di capire che sul tuo libro anche lei ha delle perplessità: non serve la telepatia, coda e occhioni fanno già il loro dovere. E ci hanno sottomesso da un pezzo.


domenica 1 novembre 2015

La fiaba della buonanotte (ma della buonanotte ai suonatori,però)

Arriva Figlio gasato a palla “Mamma, perché non provi a fare insieme a me il Giocofiaba?” 
Faccia perplessa.
Il nano incalza ”Io comincio ad esempio, poi dò delle indicazioni e ognuno continua la fiaba come vuole”.
Cosa non fai per farli felici.
"Vabbè, dai..." 
Figlio comincia…“Allora, c’era una volta un piccolo regno…” "ed io proseguo....."Ah, ecco...un piccolo regno, vicino alle colline mantovane. Esso era un piccolo impero, il più piccino. Ci si viveva bene , tutto sommato. Ogni tanto una carestia di lavoro colpiva ma poi ci si ritirava sù. Esso era anche chiamato Le Terre d’Altura altrimenti nominato dagli astanti “Còstacazzodicollinanonsipigliamancolarai”.
"Boh...Vi regnavano Un Re e la sua Regina. .."
"...Ma in realtà essi erano solo reggenti in quanto il potere, quello vero lo deteneva il loro erede, il principino Figlio I° il Nano detto l’Unicogenito, ed il trittico delle Feline Lunatiche Dispotiche sue fide consigliere e magnatrici a sbafo di crocchini. E pure se variopinto era un reame niente male."
“Un giorno accadde che la Regina…”
" …ricevette una missiva dal suo fido messaggero Smartphone, il quale le rimembra il compleanno della Regina Madrina detta la Tesora,sovrana del reame confinante, meglio conosciuto come la landa del “’mmazza che nebbia” ma noto a tutti come “QuiInvecenonpigliamancoInternet’”. 
”Mah... E così incominciò l’avventura per …” 
".....trovare un dono degno di una sovrana appunto. Cosa tremendissima, in quanto l’accoppiata "mazzo dè fiori cor profumo" aveva fatto il suo tempo. La Regina Cris di ritorno dal Reame di Schola, incontrò una fanciulla dall’aspetto apparentemente soave: essa era vittima di un sortilegio detto “Elezione del rappresentante di classe”, che l’aveva trasformata in una creatura metà donna e metà camionista sempre incazzato, anatema lanciatole dal gruppo di MammeBarbie,le temutissime Streghe SonoFiga-SonoBella-SòpureunpòFotomodella, adoratrici del Sacro Vuoto Cosmico dell testa e del Dio Spetteguless, che Crudelia DeMon in confronto pare Madre Teresa di Calcutta.
Ma la saggia Regina Cris per combatterle aveva dalla sua la Fata ScusaSempreBuona ed il Principe Oki, che abilmente l’aiutarono a schivare le loro maledizioni e il mal di testa che viene subito dopo averle viste. Abbandonate al loro destino i nostri eroi Regina e Principe decisero allora di intraprendere un viaggio verso le distese di Regalandia, la terra di mezzo dello shopping, ove è possibile trovare l’impossibile, dalla mutanda a vita alta al pantalone col cavallo basso, fino al calzino firmato detto "del ronzino pitonato". Ma è in un improbabile negozio di libercoli e stampati, piccolo e di nicchia che troveranno ciò che cercano e..... 
“…Scusa, ma a me non sembra una fiaba..” 
Ah, no? 
“Mamma, rilassati!Il libro che hai scelto andrà benissimo per la zia.Non stressarti! E la prossima volta raccontamene una presa dal libro, che le tue fiabe sono troppo strane!”